Di Alessandro D’Alfonso, EPRS, luglio 2022, quarta edizione
In cifre assolute, il Piano per la ripresa e la resilienza dell’Italia è il più ampio piano nazionale nell’ambito della risposta senza precedenti dell’UE alla crisi innescata dalla pandemia di coronavirus. L’Italia ha deciso di utilizzare tutta la sua dotazione nazionale nell’ambito del Recovery and Resilience Facility (RRF), inclusa la sua componente di prestito (122,6 miliardi di euro). Con un totale di 191,5 miliardi di euro, queste risorse rappresentano il 26,5% dell’intero RRF, pari al 10,7% del prodotto interno lordo (PIL) del Paese nel 2019 (il RRF era il 5,2% del PIL dell’UE-27 nel 2019). Nel giugno 2022, la dotazione di sovvenzioni dell’Italia è stata leggermente rivista al rialzo a 69 miliardi di euro (+0,2%). Inoltre, l’Italia ha stanziato risorse nazionali per un valore di 30,6 miliardi di euro per rafforzare ulteriormente un vasto programma di riforme e investimenti che mira a promuovere la ripresa dell’economia italiana, affrontando una serie di debolezze strutturali e perseguendo importanti obiettivi come il verde transizione e trasformazione digitale. Le misure previste dal piano devono essere completate entro il 2026. L’Italia ha finora ricevuto il 24 % delle risorse (sotto forma di prefinanziamenti e primi pagamenti per sovvenzioni e prestiti); questo è al di sopra della media UE. Altri nove pagamenti ciascuno per sovvenzioni e prestiti dipenderanno dai progressi compiuti nell’attuazione del piano. Il Parlamento europeo, che è stato uno dei principali sostenitori della creazione di uno strumento comune di ripresa dell’UE, partecipa a forum interistituzionali di cooperazione e discussione sulla sua attuazione e controlla il lavoro della Commissione europea.