Di Clément Evroux, EPRS, settembre 2022
Sin dalla strategia di Lisbona, varata dal Consiglio europeo del 23-24 marzo 2000, l’ambizione dell’UE è quella di diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo. I crescenti effetti della crisi ecologica, dal cambiamento climatico alla perdita di biodiversità, alla digitalizzazione e alle crescenti tensioni geopolitiche, hanno ampliato l’ambito delle politiche di innovazione alle trasformazioni richieste sia dalla sostenibilità che dalla preparazione alle crisi, come la pandemia di Covid-19. Oggi, i risultati dell’innovazione dell’UE forniscono un quadro misto. Sebbene l’UE sia riuscita a mantenere la sua base scientifica in prima linea nella corsa globale, non è stata in grado di diffondere le nuove conoscenze, tecnologie e soluzioni create dagli attori dell’UE in tutti gli Stati membri. Di conseguenza, dall’inizio degli anni ’90, il tasso di produttività medio dell’area dell’euro è rimasto indietro rispetto a quello degli Stati Uniti e il divario di produttività tra le regioni dell’UE segnala l’esistenza di un divario di innovazione. Con l’adozione di una comunicazione su una nuova agenda europea per l’innovazione il 5 luglio 2022, la Commissione europea mira a incoraggiare gli innovatori a fare un uso migliore delle opportunità di finanziamento del mercato unico dell’UE, nonché ad attrarre nuovi investitori privati e pubblici per rafforzare l’UE mercati capitali. La comunicazione presenta una serie di iniziative legislative e non legislative basate su cinque aree faro: accesso ai finanziamenti; condizioni quadro per una profonda innovazione tecnologica; affrontare il divario di innovazione; talenti tecnologici profondi; e il miglioramento delle politiche per l’innovazione, che sono trasversali alle priorità politiche della Commissione von der Leyen. Le iniziative consentiranno di indirizzare gli investimenti dell’UE alla promozione dell’espansione delle imprese innovative dell’UE e di fornire ulteriori opportunità di cooperazione a tutti gli attori dell’UE nei settori dell’istruzione, della ricerca e dell’innovazione (R&I). L’imminente adozione del quadro riveduto degli aiuti di Stato per la R&I dovrebbe incentivare ulteriori investimenti nazionali e regionali in R&I, realizzando così le cinque iniziative faro.