di Francesco Sarracino, Kelsey J. O’Connor, IZA DP No. 14980, December 2021
una serie di crisi, culminate con il COVID-19, mostra che è urgente andare “oltre il PIL”. Il degrado sociale e ambientale è la conseguenza dell’enfatizzazione del PIL come misura del progresso. Questo degrado ha creato le condizioni per la pandemia di COVID-19 e ha limitato l’efficacia delle contromisure. Inoltre, i paesi ricchi non se la sono cavata molto meglio durante la pandemia rispetto a quelli poveri. Il COVID-19 ha prosperato grazie alle disuguaglianze e alla mancanza di cooperazione. In questo articolo, si fa leva sulla teoria della crescita difensiva per spiegare le relazioni tra questi fattori e si avanza l’idea di neoumanesimo, un movimento culturale fondato sull’evidenza degli studi sulla qualità della vita. Il movimento propone una nuova cultura che conduce verso un futuro socialmente e ambientalmente sostenibile. In particolare, il neoumanesimo suggerisce che dare priorità al benessere, ad esempio promuovendo le relazioni sociali, gioverebbe all’ambiente e consentirebbe all’azione collettiva di affrontare questioni pubbliche. Questo, a sua volta, influenzerebbe positivamente la produttività e la salute – tra gli altri risultati comportamentali – e quindi instillerebbe un circolo virtuoso. Una società del genere sarebbe stata meglio attrezzata per fronteggiare il COVID-19 e forse anche per prevenire la pandemia. Il neoumanesimo propone un mondo in cui il benessere delle persone viene prima del benessere dei mercati, in cui la promozione della cooperazione e delle relazioni sociali rappresenta il punto di partenza per una vita migliore e una convivenza pacifica e rispettosa delle altre specie sulla Terra.