Di D’ALFONSO Alessandro, EPRS, novembre 2022
In cifre assolute, il Piano per la ripresa e la resilienza dell’Italia è il più grande piano nazionale nell’ambito della risposta senza precedenti dell’UE alla crisi innescata dalla pandemia di coronavirus. L’Italia ha deciso di utilizzare l’intera dotazione nazionale nell’ambito del Recovery and Resilience Facility (RRF), compresa la sua componente di prestito (122,6 miliardi di euro). Con un totale di 191,5 miliardi di euro, queste risorse rappresentano il 26,5% dell’intero RRF, pari al 10,7% del prodotto interno lordo (PIL) del paese nel 2019 (il RRF era il 5,2% del PIL dell’UE-27 nel 2019). Nel giugno 2022, lo stanziamento di sovvenzioni dell’Italia è stato leggermente rivisto al rialzo a 69 miliardi di euro (+0,2 %). Inoltre, l’Italia ha stanziato risorse nazionali per un valore di 30,6 miliardi di euro per rafforzare ulteriormente un vasto programma di riforme e investimenti che mira a promuovere la ripresa dell’economia italiana, affrontando una serie di debolezze strutturali e perseguendo obiettivi importanti come la transizione green e quella digitale. Le misure previste dal piano devono essere completate entro il 2026. L’Italia ha finora ricevuto il 34,9% delle risorse (sotto forma di prefinanziamento e due pagamenti sia per sovvenzioni che per prestiti); questo è al di sopra della media dell’UE. Altri otto pagamenti ciascuno per sovvenzioni e prestiti dipenderanno dai progressi compiuti nell’attuazione del piano. Il Parlamento europeo, che è stato uno dei principali sostenitori della creazione di uno strumento comune dell’UE per la ripresa, partecipa ai forum interistituzionali per la cooperazione e la discussione sulla sua attuazione e controlla il lavoro della Commissione europea.