COS’È E PERCHÉ NE PARLIAMO
Secondo Federica Rossi, Presidente dell’International Joint Conference on Artificial Intelligence, l’Intelligenza Artificiale è una disciplina scientifica che mira a definire e sviluppare programmi o macchine (software e/o hardware) che mostrano un comportamento che verrebbe definito intelligente se fosse esibito da un essere umano. Ma ha anche molti limiti, per i quali schiere sempre più numerose di ricercatori stanno cercando di trovare soluzioni. L’IA è già più intelligente degli esseri umani in certi campi specifici, nel senso che è più efficiente di noi nella risoluzione di alcuni problemi. Tuttavia, ciò non significa che sia più intelligente di noi in generale. Anzi.
Tra chi ne è terrorizzato e chi ritiene che prepari un futuro radioso, una cosa è certa: può essere osservata e usata per molteplici ragioni.
Luigi Degan la osserva e vorrebbe conoscerla come si farebbe con una persona: un universo imprevedibile e pericoloso capace di qualsiasi cosa, proprio come un essere umano privo di struttura morale.
Secondo Daniela D’Angelo, “dalla medicina all’editoria, fino all’applicabilità nel quotidiano – in supporto, ad esempio, delle persone anziane – l’Intelligenza Artificiale aprirà in futuro, e in maniera sempre crescente, a nuove occasioni alle quali non potremo sottrarci. Che la si demonizzi o la si osanni, in ogni caso meglio conoscerla, saperne di più, imparare a sfruttarne le potenzialità, a gestirla, addomesticarla e contemporaneamente conservare, arricchire e aumentare la nostra capacità creativa, che resta – questa sì – profondamente umana.”
Per Davide Mario La Piana “l’introduzione delle tecnologie di IA ha avuto un effetto dirompente nel modo che ci circonda, portando con sé il consueto bagaglio di aspettative messianiche e di paure irrazionali che caratterizzano ogni cambiamento di questa portata. È importante parlare di IA perché, parafrasando Joanne Harris, ‘Una cosa con un nome è una cosa addomesticata’: solo parlandone possiamo arrivare a conoscerne rischi e contributi reali, riportando questa tecnologia al nostro servizio.”
Andrea Lombardi guarda all’IA “per capire, nell’ambito delle risorse umane, se possa essere utile nello svolgimento di attività non pregiate e se l’utilizzo dell’IA rischi di rendere meno eccentrica la persona e la relazione umana.”
Paolo Santinello afferma: “Rientra nella famiglia delle tecnologie di Intelligenza Artificiale tutto quello che – fatto dagli umani – si comporta in modo distintivo di un essere vivente che definirei intelligente. Per questo, per il suo fascino, per il suo potenziale, per la sua utilità, per la sua pericolosità, per il senso di voragine intellettuale e umana che ispira, perché è già qui, perché non ce la toglieremo di mezzo per molti lustri, perché avvolgerà il lavoro e la società, perché ne sappiamo troppo poco, perché ne parliamo troppo poco, per non delegarla a una casta di sacerdoti, per tutti questi motivi e altri ancora ho voluto partecipare al dibattito sull’intelligenza artificiale nella gestione delle persone al lavoro.”Così abbiamo deciso di scrivere questo Speciale tutto dedicato all’Intelligenza Artificiale nel settore dove abbiamo una esperienza ultraventennale: le risorse umane