Briefing di PAPE Marketa, EPRS, ottobre 2022
La politica salariale nell’UE è un mosaico di tradizioni e quadri giuridici nazionali differenti. Di conseguenza, i livelli salariali minimi divergono considerevolmente e lasciano molti lavoratori senza protezione. Sebbene la definizione del salario minimo sia di competenza degli Stati membri dell’UE, l’UE ha un ruolo di sostegno e complementare. Nell’ottobre 2020 la Commissione europea ha proposto una direttiva volta a migliorare l’adeguatezza e aumentare la copertura dei salari minimi, rafforzando anche la contrattazione collettiva come strumento principale per garantire salari e condizioni di lavoro equi. È la prima volta che la Commissione avvia un’azione legislativa sulla protezione del salario minimo, lasciando agli Stati membri la definizione dei livelli salariali minimi specifici. I negoziati interistituzionali si sono conclusi il 6 giugno 2022 con un accordo provvisorio. È stato approvato dal Parlamento europeo in plenaria a larga maggioranza il 14 settembre 2022 e il Consiglio l’ha formalmente adottato il 4 ottobre 2022. Gli Stati membri hanno 2 anni, fino al 15 novembre 2024, per garantire che le misure nazionali rispettino le nuove norme.